sabato 12 maggio 2012

Claraluna e Mariasole (2)


L'incredulità fu la prima emozione prepotente che si scontrò con la sua fiduciosa razionalità, spiazzandola in un drammatico attimo.
Dopo qualche giorno, dopo che la razionalità non fu più, dopo che la rassegnazione la piegò davanti al tragico fatto, una grande sofferenza prese il posto dell'incredulità rendendola sempre più triste e tanto, tanto delusa.
E dopo qualche altro giorno, quando si ritrovò ad affermare che "non può essere giusto che un genitore sopravviva ai figli", la  delusione diventò ancora più grande.
Eva non si chiese SE fosse giusto. Lei lo affermò. Semplicemente, lo affermò!

E la stessa cosa certamente la pensò e l'affermò a se stessa anche la nonna materna, che dopo solo qualche mese dalla dipartita di Rima, inaspettatamente per tutti, raggiunse la sua nipotina.
Non era ammalata. Prima di quell’incredibile incidente non aveva mai lamentato nulla di cui preoccuparsi. E non era "troppo" vecchia. Certamente no, ma la reazione a quella notizia l'aveva annichilita totalmente.

Teresa lo credette con una certezza indiscutibile, anche se non ebbe modo di parlarne con sua nonna e di avere da lei una conferma. 
Non ebbe né modo né tempo e né tantomeno ebbe voglia di parlarne, ma era consapevole di quale grande sofferenza aveva  provocato in tutti i componenti della famiglia la partenza di Rima per il suo lungo viaggio.

E infatti, proprio tutti  si erano ripiegati su se stessi. Ognuno si era rinchiuso nel proprio dolore che non dava tregua. Non dava tregua e toglieva anche la voglia di parlare, di vivere.

Teresa lo sapeva per certo perché anche lei era molto, molto arrabbiata.
Le sue proteste interiori (e pure quelle rivolte a Dio non mancarono!) non facevano che aumentare la sua rabbia. Probabilmente fu proprio per questo che i passi per raggiungere l'accettazione di questa perdita affettiva, per lei furono estremamente più lunghi.

Così, mentre il resto della famiglia passò dallo shock iniziale alla graduale accettazione del fatto ineluttabile, lei continuò invece per molto tempo ancora a vivere con incredulità quella notizia tragica a cui non voleva rassegnarsi.
E continuò a vedere sua sorella Rima ovunque ...fra la folla, al mercato, mentre svoltava un'angolo,  in lontananza... 
Arrivò persino a credere che fosse rimasta a vivere in India e che dunque fosse viva.
E così continuò a sognarla e ad incontrarla in quei sogni che le sembravano così tanto reali.
Quindi continuò a parlarle,  e a chiederle instancabilmente "perché tutto questo”? perché non dava sue notizie, perché non le scriveva come era solita fare?
E continuò per così per qualche anno  a chiederle conferma su quanto le avevano detto, sul fatto che lei era deceduta (ma davvero era accaduto? ... inconcepibile!),  o se invece stesse vivendo in un altro Paese e non volesse farlo sapere, e se così fosse ...perché?
Arrivò addirittura a confondere la realtà con il sogno.
Arrivò realmente a credere che sua sorella fosse ancora su questa Terra e che viveva in un altro Paese, ed era per soltanto questo che non riusciva a telefonarle, a sentire la sua voce, a darsi un appuntamento per andare insieme a...