STRALCI
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"In questo momento ti trovi all'interno del tuo spazio interiore, dove ha sede il cosiddetto Lago dello Spirito. Questa è la prima volta che sei qui consciamente. In ciascuno di noi esiste questo spazio interiore, ma nel corso della vita, per la maggior parte delle persone è destinato a diventare sempre più esiguo. Mentre procediamo nel nostro cammino, il mondo intorno a noi cerca di riempire questo spazio di fatti e dati inutili, per prosciugare del tutto il Lago dello Spirito. E per molte persone accade davvero così. Il loro spazio è invaso da legioni di soldati stranieri, e muore.
"Adesso che hai sperimentato l'esistenza di questo spazio dentro di te, non puoi più dire di non conoscerlo. Dunque, non avrai più paura del mondo che ti circonda. Il tuo spazio non sarà più occupato da nient'altro che da te, perché, ripeto, adesso che ne hai sperimentato l'esistenza, sarai in grado di riconoscere le sue sensazioni e i suoi impulsi. Continuerai a esplorarlo. Più tardi imparerai anche che lì vive un'Entità importante: la tua Anima. E prima o poi ti capiterà di aver bisogno di incontrare e di capire questo Spirito. Ti aiuterò io a farlo quando sarai pronta."
La voce di Umai sta sortendo il suo effetto, sono più tranquilla e, quando lei riprende a parlare, pendo letteralmente dalle sue labbra.
"Ciò che sto per confidarti è uno dei segreti più grandi. Allora, devi sapere che, mentre procediamo lungo il cammino della nostra esistenza terrena, abbiamo il dovere di realizzare due obiettivi. Il primo è quello di edificare pezzo dopo pezzo la realtà fisica nella quale viviamo. Il secondo è la creazione di noi stessi - del vero Io che dimora in questa realtà esterna.
" Entrambi gli obiettivi richiedono uguale attenzione. Mantenere l'equilibrio tra loro è un'arte davvero sacra e impegnativa. Ben presto siamo portati a dimenticarci di un obiettivo perché l'altro ci cattura e ci rende suoi schiavi per sempre. Questo accade poiché la sede del Lago dello Spirito, la dimora dell'Anima, diventa vuota e come morta per così tanta gente. Sono parecchi quelli che arrivano veramente a credere che il mondo esterno è l'unico degno di attenzione. Prima o poi si renderanno conto del loro errore.
"Per te il pericolo maggiore non è questo, ma consiste solo nel modo in cui esplori la tua anima. Questo perché, essendo già così interessata alle menti delle altre persone, stavi usando quelle informazioni per cercare di capire in modo indiretto anche la tua psiche. Ma quanto prima dovrai accettare l'ipotesi di realizzare una tua personale ricerca. Ora non aver paura della costa intorno a te. Tutto ciò che vedi là è un'espressione di te stessa, ed è ridicolo aver paura di una propria creazione. Ti aiuterò io."
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"Per accelerare il tuo progresso individuale, devi imboccare il sentiero giusto. Alcune delle regole da seguire sono state integrate nella morale e strutturate nelle religioni della vostra società, ma in passato erano sempre inscindibili da certi bisogni sociali elementari e venivano utilizzate per controllare il comportamento delle persone. Adesso hai bisogno di estrapolarne l'essenza. Devi imparare queste regole per insegnarle a tutti coloro che sono alla ricerca di un cambiamento.
"Ora ti confiderò la Prima Regola. E' estremamente importante e non devi dimenticarla. Si tratta di questo: qualunque scelta che fai nella vita, dalla più importante alle decisioni più insignificanti di ogni giorno, deve essere verificata in modo consapevole. In tal caso, devi chiederti se essa soddisferà cinque attributi fondamentali. Se anche uno solo di essi è assente, devi cercare in un'atra direzione. In questo modo troverai sempre il sentiero giusto. Questi cinque attributi sono verità, bellezza, salute, felicità e luce.
"Quando prendi una decisione seguendo questo criterio, puoi esser certa che è quella giusta. Sarai in contatto con il tuo Io, e la forza della tua volontà sarà tale da risultare invincibile. Questa è la prima lezione. Vivi cercando di tenerne conto, e la tua esistenza cambierà in modo radicale."
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"Ascolta attentamente ciò che sto per dirti, perché è molto importante. Nel Lago dello Spirito che si trova all'interno di ogni essere umano abita un'entità molto particolare. Essa ha dimora nello spazio interiore, in attesa di entrare a Belovodia. Io lo chiamo Spirito Gemello, ma il suo nome potrebbe anche essere Spirito Aiutante, Guardiano Ombra, Spirito Guida, o Guardiano Interiore. In realtà è molte cose.
"Per cominciare, si tratta di entità intimamente connesse al fine ultimo assegnato a ogni persona alla nascita. Sono anche puri osservatori: siedono da una parte, invulnerabili all'influenza del mondo esterno. Osservano e considerano in silenzio ogni cosa che facciamo. Sono loro i custodi dell'essenza primaria del nostro essere. Se chiamati nel modo e nelle circostanze appropriate, possono rivelarsi degli aiuti preziosi nel perseguimento del nostro fine ultimo. E, per concludere, possono essere le nostre guide per Belovodia.
"Ci sono sette tipi diversi di Spiriti Gemelli. Solo sette, e non di più: il Guaritore, il Mago, il Maestro, il Messaggero, il Protettore, il Guerriero e l'Esecutore. Ovviamente l'ultimo non è colui che uccide, ma è lo Spirito Gemello che fa si che le cose accadano.
"Uno dei nostri compiti più importanti è scoprire l'identità del nostro Spirito Gemello e poi integrarci del tutto con esso. In questo modo, ci ricongiungiamo al fine ultimo del nostro essere. Quando le nostre vite sono state illuminate dalla luce pura del nostro osservatore interno, ogni cosa che facciamo diventa molto più facile. Soltanto scoprendo la natura dello Spirito Gemello e poi venendo in associazione totale con esso, si può davvero trovare e aprire il cancello per Belovodia.
"Tu, Olga, sei destinata a essere una Guaritrice. L'operazione attraverso cui sei appena passata non era che il primo gradino perché fino a che non sei guarita tu stessa, non sarai mai capace di aiutare gli altri. Si è trattato per te di una sorta di iniziazione".
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recensione estrapolata da PamelaBog
Olga Kharitidi, La sciamana, Nuovi Misteri, Oscar Mondatori, 1998, pag. 259, Euro 7,23
Le
cosiddette “discipline esatte”, lo sono veramente oppure costituiscono
una convenzione umana ed approssimata di ciò che sfugge ai calcoli
scientifici? A tale quesito, formulato in estrema sintesi, cerca di
rispondere La sciamana, il libro scritto dalla psichiatra
siberiana Olga Kharitidi in base alle esperienze vissute nella regione
sciamanica dell’Altaj, situata all’interno del proprio Paese.
Nella
routine di Novosibirsk, divisa tra l’ospedale psichiatrico in cui lavora
e l’appartamento che la accoglie al ritorno, la neanche trentenne
dottoressa – proveniente da una famiglia di scienziati di formazione
positivista e razionalista – si imbatte in alcuni personaggi molto
eccentrici, che riescono a far breccia nella sua coscienza consolidata e
a sconvolgerla.
Impegnata nel valutare le patologie per debellarle
senza l’ausilio di farmaci, Olga Kharitidi trascrive alcuni dei pensieri
che insorgono in lei mentre lavora, mettendo al corrente chi legge
della strumentazione diagnostica e terapeutica di cui si serve per non
farsi inghiottire dalle psicosi dei pazienti.
Nikolaj, un ragazzo che
arriva in ospedale e dall’apparenza molto disturbata, sta scoprendo di
essere uno sciamano e, poco dopo i primi incontri, coinvolge Olga
Kharitidi in un viaggio: si muovono verso la regione dell’Altaj alla
ricerca della guaritrice Umai, nella speranza – mescolata allo scetticismo
di lei – che le sue pratiche risollevino Anna, un’amica della
psichiatra che accusa un malessere persistente e inguaribile.
La
trasformazione interiore di Kharitidi, però, diventa inesorabile
assistendo ad Umai in azione, aggressiva ed enorme nel piccolo corpo
trasfigurato dalla forza della danza e avvolto nel suono del tamburo,
mentre combatte contro la malattia che imprigiona il paziente di turno. A
questo si aggiunge il canto della sciamana che, penetrando nella
coscienza della psichiatra, le dice:
“In questo momento ti trovi
all’interno del tuo spazio interiore, dove ha sede il cosiddetto Lago
dello Spirito. Questa è la prima volta che sei qui consciamente. In
ciascuno di noi esiste questo spazio interiore, ma nel corso della vita,
per la maggior parte delle persone è destinato a diventare sempre più
esiguo. Mentre procediamo nel nostro cammino, il mondo intorno a noi
cerca di riempire questo spazio di fatti e dati inutili, per prosciugare
del tutto il Lago dello Spirito. (…) Più tardi imparerai anche che lì
vive un’Entità importante: la tua Anima.”
Dopo questo primo episodio di
trance, in cui a Olga Kharitidi diventa palese la ricettività della
propria coscienza, il muro della sua diffidenza scientifica inizia a
sgretolarsi. Il crollo definitivo, però, avviene quando scopre,
terrorizzata, che Anna è stata appena “trattata” da Umai: ha piccoli
tagli sulle mani e sangue raggrumato per i postumi di un metodo di
guarigione che, nell’intento di liberarla dalla malattia, comporta
dolore fisico consenziente ed è paragonabile ad una specie di pratica
sadomaso. Ma, la differenza tra la procedura sciamanica e quella diffusa
nella società attuale, risiede nel fatto che l’applicazione terapeutica
è un’evenienza unica ed isolata, mirata a sconfiggere radicalmente la
malattia e interpretabile anche come un rito di passaggio tra fasi
diverse della vita; mentre, nel secondo caso, si cerca di risvegliare
l’anima smarrita e calpestata attivando, in momenti specifici, la
sofferenza latente e cronica.
Se l’uomo moderno ritualizza la ricerca
del dolore per conoscere e dominare ciò da cui normalmente fugge –
perchè sprofondato in una vita intorpidita dal punto di vista
psicologico - Umai, invece, non abusa in maniera sadica del suo potere
indugiando in una forza distruttiva e manipolatoria. Al contrario, la
sciamana spinge Olga Kharitidi ad intraprendere un cammino di ascolto e
fiducia verso la propria realtà interiore – anche quando sembri
inverosimile – e nei confronti della complessità di chi si presenta a
lei in veste di paziente.
“Le persone possono diventare pazze” spiega
Umai in un altro passaggio del libro, “se smarriscono la loro anima, o
una parte di essa. Questo di solito accade perché gli è stata rubata, ma
talvolta magari decidono loro stessi inconsciamente di alienarsene,
forse in cambio di qualcos’altro che desiderano. In secondo luogo, gli
esseri umani possono impazzire se sono sopraffatti e invasi da un potere
estraneo.”
Il disturbo mentale quindi, in base a queste rivelazioni, fa
riaffiorare l’anima negata costringendo il malato a dialogarci,
rendendolo al contempo improduttivo verso il mondo esterno e ricettivo
nei confronti di quello interiore. In questo senso, masochismo è evitare
la comunicazione con la propria realtà interna, sottostando e
aggrappandosi solo alla presunta oggettività del mondo, che rischia così
di trasformarsi in un fardello schiacciante che giudica e vincola i
comportamenti umani.
Questo discorso va a convergere inoltre con alcune
affermazioni espresse da Anatolij, amico di Kharitidi e brillante
psichiatra nel suo stesso ospedale che, davanti allo stupore dei
colleghi per la scelta controcorrente di non fare carriera, argomenta in
maniera autocritica e coerente al proprio carattere: “crediamo di
essere dottori, con la pretesa, per di più, di curare quelli che noi
stessi abbiamo etichettato come matti.”
Il supposto rigore assoluto
delle scienze perde così progressivamente credibilità in seguito
all’approfondimento dei rapporti con le varie persone incontrate e, alla
fine, approda a Akademgorodok, un’accademia di élite che riunisce vari intellettuali in Siberia. Lì Olga Kharitidi raggiunge Dmitriev, uno
strambo studioso di fisica che, presentatosi in ospedale per degli
squilibri causati dall’eccessivo lavoro, l’ha invitata a recarsi presso
quell’istituzione dove regnano apertura e libertà mentali, estranei
all’intolleranza persecutoria della Russia pre e post Perestrojka.
All’interno dell’accademia, la psichiatra si presta ad alcuni
esperimenti guidata da Dmitriev.
Sul piano teorico, lo scienziato è
persuaso che il tempo abbia una sua solidità e sia meno inconsistente di
quanto si creda, poiché cambierebbe a seconda della configurazione del
globo terrestre. A livello pratico, usa apparecchiature costituite da
specchi rotondi in grado di intervenire sulla natura ondulatoria delle
particelle. Applicando quegli strumenti al corpo umano, e in particolare
alla psichiatra, Dmitriev riesce ad alterarne gli stati di coscienza in
un modo simile a quello descritto nei libri di Carlos Castaneda – dove
però le barriere dello stato cosciente sono forzate tramite l’assunzione
di sostanze psicotrope. Qui, invece, lo studioso intende verificare
empiricamente la teoria della natura soggettiva del tempo, per estendere
alla psicologia umana quanto osservato nelle scienze matematiche in
merito alle fluttuazioni di energia.
In questo senso diventano evidenti
le connessioni tra la realtà fisica e l’essenza più profonda delle cose:
Olga Kharitidi apre una parentesi sull’impoverimento spirituale
dell’Unione Sovietica soffocata dai controlli del Kgb riguardanti gli
aspetti religiosi, metafisi e filosofici, contrari alle direttive
governative e al materialismo storico, in quanto potenziali mine per la
stabilità del Paese. A questo proposito, Kharitidi stigmatizza l’uso
improprio e invalidante della psichiatria applicata ai dissidenti
durante il regime socialista (ma anche nel corso dei fatti narrati). Per
dare un suo contributo, inoltre, la psichiatra agisce concretamente con
l’Associazione di Psichiatri Indipendenti che, in modo clandestino,
cerca di riabilitare le vittime innocenti. Per tale motivo, a
prescindere dal fascino dei temi antropologici e di fisica teorica
illustrati ne La sciamana – e dalle profezie che obbligano a collocare il testo nella categoria New Age
– il maggior pregio del libro è l’ammissione di umiltà da parte
dell’autrice.
Se è vero che a Olga Kharitidi accade di mettere in moto
la propria natura emotiva – attinta dal lago interiore – per offrirsi
come guaritrice dei disturbi altrui, il suo è pure un progressivo
cammino di ricerca personale che la conduce al riconoscimento dei limiti
insiti nelle scienze ortodosse.
Ad un certo momento, in un aneddoto,
ritorna l’amico Anatolij come protagonista di una battuta di caccia:
dopo aver sparato ad una cerva, lo psichiatra la guarda negli occhi e,
mentre l’animale si accascia, sente che è come se pure lui stesse
morendo. Ugualmente, dopo tutte le esperienze narrate, Olga Kharitidi
afferma: “ogni volta che vedo un paziente, provo di nuovo la sensazione
di essere sia il cacciatore che la vittima. Questo mutamento di
prospettiva condiziona ogni mio rapporto professionale.”
Pertanto, la
linea che separa malattia e normalità, sogno e realtà, pazienti e sani,
diventa sempre più labile influenzando fortemente il rapporto
terapeutico: la condizione preliminare alla cura (ortodossa o meno)
diventa la salute mentale del medico che, facendo leva sul proprio
equilibrio interiore, supera il ristretto limite delle competenze
tecniche acquisite, fugando il rischio di esercitare un potere sterile o
lesivo.
Se già in Carl Gustav Jung il terapeuta è un guaritore ferito,
Olga Kharitidi oltrepassa questo assunto, imponendo prima di tutto a se
stessa che i traumi personali siano sanati in modo radicale,
trasformandoli invece in materia viva e costruttiva per la relazione,
tramite un ascolto in cui il pregiudizio venga circoscritto, per non
danneggiare o banalizzare la vulnerabilità del paziente.
“Fino a che non
sei guarita tu stessa, non sarai mai capace di aiutare gli altri” le
dice una voce consigliera durante un sogno. E’ il periodo in cui inizia
ad occuparsi dell’integrazione tra gli strumenti psichiatrici ortodossi e
quelli dei riti primitivi, auspicando una sintesi praticabile tra la
medicina ufficiale e quella animistica. Un’attività che tuttora svolge
negli Stati Uniti – dove è emigrata da alcuni anni - dopo l’abbandono
del lavoro presso l’ospedale siberiano e in seguito a numerosi viaggi di
ricerca condotti in Uzbekistan, Kazakistan, Siberia, Asia Centrale,
Tibet e Himalaya, allo scopo di conoscere le radici delle tradizioni
mistiche e le loro capacità di guarigione.
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