Cimatica e Realtà
Nel capitolo precedente abbiamo visto
come ogni rappresentazione della realtà sia legata ad un particolare
stato vibrazionale dell’Etere. Per meglio comprendere tale concetto,
percorriamo adesso insieme alcune tappe fondamentali dell’uomo alla
riscoperta di questa verità.
Nel Vangelo secondo Giovanni si fa riferimento al Verbo come al costruttore dell’universo:
In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
Pitagora (575-495 A.C.) |
Pitagora fu il primo uomo a chiarire le
relazioni tra gli intervalli musicali. Utilizzando uno strumento molto
semplice, chiamato Monocorde, formato da nervi di bue in tensione,
osservò che se una corda veniva divisa in 2 parti uguali, la nota che
essa produceva era di un’ottava più alta della nota prodotta dalla corda
intera e così via.
Studiate il monocorde e scoprirete i segreti dell’Universo
Pitagora credeva che l’Universo fosse un immenso Monocorde, uno strumento con una sola corda tirata tra il cielo e la Terra.
L’estremità superiore della corda era
legata allo Spirito Assoluto, mentre l’estremità inferiore era legata
alla Materia Assoluta.
Egli pensava anche che i movimenti dei corpi celesti producessero un suono e che questa musica, che lui chiamava “Musica delle Sfere”, potesse essere percepita da chi si era preparato con coscienza.
La geometria delle forme è musica solidificata
Ernst Chladni (1756-1827) |
Nel 1787 il giurista, musicista e fisico
Ernst Chladni pubblicò Entdeckungen ùber die Theorie des Klanges
(Scoperte sulla teoria dei suoni).
Uno dei successi di Chladni fu quello
di escogitare un metodo per rendere visibile quello che le onde sonore
generano.
Con l’ausilio di un archetto di violino
che sfregava perpendicolarmente lungo il bordo di lastre lisce ricoperte
di sabbia fine, egli realizzò gli schemi e le forme che oggi vanno
sotto il nome di “figure di Chladni”.
Figure di Chladni |
Chladni dimostrò una volta per tutte che il suono influisce sulla materia fisica creando schemi geometrici.
Hans Jenny(1904-1972) |
La scienza delle onde (Cimatica) non ebbe
ulteriori impulsi fino a quando, intorno al 1960, il medico, fisico e
musicista Hans Jenny riprese gli studi di Chladni e, con sistemi
moderni, fissò con immagini fotografiche i risultati dei suoi
esperimenti. Jenny, facendo vibrare diversi materiali (acqua, olio,
grafite, ecc.), osservò la comparsa di forme aventi struttura
tridimensionale che variavano al variare della frequenza e
dell’intensità e dimostrò che le vibrazioni producevano forme
geometriche, sfere, cristalli ed anche spirali simili a galassie.
Un interessante esperimento è stato
condotto emettendo vocali e suoni di sillabe in Sanscrito antico o
Ebraico arcaico. Mediante il tonoscopio questi suoni hanno indotto le
polveri utilizzate a organizzarsi formando proprio la lettera
corrispondente al suono pronunciato. Analogo esperimento condotto con i
suoni delle lingue moderne, non ha dato alcun risultato.
La Sacra sillama OM |
OM è il mantra più sacro e
rappresentativo della religione induista; è considerato il suono
primordiale che ha dato origine alla creazione, la quale è interpretata
come manifestazione stessa di questo suono.
Il Mandala "Sri yantra" |
Lo Sri Yantra è ritenuto
l’immagine dell’OM, insieme sviluppano l’accordo della coscienza
individuale con l’armonia della coscienza universale. Se emettiamo con
un tonoscopio la sillaba OM, noteremo la sorprendente formazione
dell’immagine dello Sri Yantra. Ciò dimostra, che in tempi assai remoti,
le relazioni intercorrenti tra suono e forma erano già ben conosciute.
I solidi platonici |
Platone nel Timeo associa il tetraedro,
l’ottaedro, il cubo e l’icosaedro rispettivamente a quelli che erano
allora ritenuti i quattro elementi fondamentali: fuoco, aria, terra e
acqua.
Il dodecaedro era invece associato
all’immagine del cosmo intero, realizzando la cosiddetta “quintessenza”
(Etere) che si aggiungeva alle altre quattro essenze. Nel Fedone
Socrate, poco prima di bere la cicuta, ebbe a dire:
“L’Universo e la Terra hanno la forma di
una palla con dodici facce colorate, di forma pentagonale e i corpi
celesti sono sospesi all’interno”
La Cimatica ci mostra come i solidi
platonici sono semplicemente rappresentazioni di formazioni d’onda in
tre dimensioni. Ogni vertice dei solidi platonici tocca la superficie di
una sfera nella zona, dove le vibrazioni si fermano per formare un
nodo.
Bolla di sapone |
Il Dr. Hans Jenny, padre della Cimatica o
Scienza delle Onde, ci ha offerto la possibilità di rendere visibile il
sottile potere attraverso cui il suono struttura la materia,
mostrandoci l’influenza e gli effetti che le vibrazioni e i suoni hanno
su di essa.
L’Universo come manifestazione dell’Energia
Nell’universo tutto è energia in vibrazione. Secondo Max Planck:
“La materia non esiste. Ogni cosa è composta da vibrazioni”
Dopo aver visto come le vibrazioni
generano le forme, vediamo ora come ogni forma è contenuta in una
vibrazione e come ogni frammento di vibrazione contiene l’intera forma.
L’universo Olografico
L’universo è una matrice di frequenze,
dove tutto è contemporaneamente presente e interconnesso, inoltre, in
ogni punto vi è l’immagine spazio-temporale del tutto. Questo modello
costituisce la base filosofico – scientifica della nuova scienza
olistica e del paradigma olistico che può essere così sintetizzato:
“La parte nel tutto, il tutto nella parte”
Per meglio capire questi concetti occorre
prima comprendere cosa sia un ologramma.
L’ologramma nasce dal laser.
Nella produzione di un ologramma, un fascio laser puro è fatto passare
in un semispecchio, che lo divide in due fasci identici.
Il primo fascio
resta puro e incontaminato mentre il secondo è proiettato sull’oggetto
da “fotografare”.
Infine, i due fasci, quello puro e quello modificato,
si riuniscono e impressionano la lastra olografica.
Tra questi due fasci
si viene a creare un fenomeno di interferenza che appare sulla lastra
sotto forma di cerchi concentrici senza un senso apparente. Queste linee
d’interferenza contengono tutte le informazioni tridimensionali
dell’oggetto fotografato.
Quando la lastra fotografica
impressionata (ologramma) è fatta attraversare da una luce laser, si
ricrea l’immagine originale. L’immagine è tridimensionale, cioè un
osservatore può girarci attorno e vedere i particolari da diverse
angolazioni
Al contrario di una normale pellicola
fotografica, in cui ogni parte contiene una porzione dell’immagine, la
lastra dell’ologramma contiene l’intera immagine in ogni suo punto, se
la dividiamo in cento parti, ogni singolo pezzo conterrà l’intera
immagine. Verranno persi particolari e dettagli, ma l’oggetto apparirà
nella sua totalità e nella sua unità. Ogni punto dell’ologramma contiene
quindi tutte le informazioni dell’oggetto, proprio come la cellula di
un organismo contiene tutte le informazioni del sistema di cui fa parte.
La non località
Secondo Niels Bohr “Tra due
particelle [correlate] che si allontanano l’una dall’altra nello spazio,
esiste una forma di azione-comunicazione permanente. […] Anche se due
fotoni si trovassero su due diverse galassie continuerebbero pur sempre a
rimanere un unico ente …”
Nel 1982 un’équipe di ricerca dell’Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha condotto un importantissimo esperimento.
L’esperimento prevedeva che una coppia di
fotoni correlati (nati dalla “disintegrazione” di un atomo di Calcio)
venissero separati e lanciati verso rivelatori distanti tra loro. Gli
scienziati dimostrarono che allorquando uno dei due fotoni deviava, in
seguito all’interazione con il cristallo posto lungo il suo cammino,
istantaneamente deviava anche l’altro, benché si trovassero spazialmente
separati e distanti tra loro tredici metri, una distanza enorme per
particelle di dimensioni subnucleari.
Aspect ed il suo team scoprirono che le
particelle subatomiche, come gli elettroni, sono capaci di comunicare
istantaneamente tra loro indipendentemente dalla distanza che le separa,
sia che si trovino a 10 metri o a 10 miliardi di chilometri. È come se
ogni singola particella sapesse esattamente cosa stessero facendo tutte
le altre. Questo fenomeno può essere spiegato solo in due modi: o la
teoria di Einstein che esclude la possibilità di comunicazioni più
veloci della luce è da considerarsi errata, oppure le particelle
subatomiche sono connesse non-localmente. Poiché la maggior parte dei
fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità
della luce, l’ipotesi più accreditata è che l’esperimento di Aspect
abbia dimostrato che il legame tra le particelle subatomiche sia
effettivamente di tipo non-locale.
David Bohm (1917 – 1992) |
Il fisico David Bohm, recentemente
scomparso, sosteneva che il motivo per cui le particelle subatomiche
restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa,
risiede nel fatto che la loro separazione è un’illusione. Egli credeva
che, ad un qualche livello di realtà più profondo, tali particelle non
sono entità individuali ma estensioni di uno stesso “organismo”
fondamentale. Secondo Bohm se le particelle subatomiche ci appaiono
separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro
realtà, esse non sono parti separate bensì sfaccettature di un’unità più
profonda e fondamentale. Nonostante la sua apparente solidità,
l’universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e
splendidamente dettagliato.
Richard Feynman, premio Nobel
per la fisica, asseriva che nello spazio di una biglia vi è tanta
energia da far evaporare istantaneamente tutti gli oceani della Terra.
Partendo dalle immagini create con il
tonoscopio, proviamo ad immaginare cosa può creare la vibrazione di
questa potente energia e concludiamo il paragrafo sulla Cimatica con
alcune bellissime immagini reali dell’universo riprese dal
radiotelescopio Hubble.
Macchie su Giove
Galassia Sombrero
Interazione tra due galassie
Nascita di una stella
Nebulose
Supernova
La realtà
In natura ogni cosa, dalla più piccola
alla più grande, dall’atomo alle galassie dell’universo, è in perenne
vibrazione ed emette radiazioni, anche i nostri pensieri, la mente e la
coscienza sono vibrazioni. Tutti gli Esseri senzienti, attraverso le
radiazioni che percepiscono, si costruiscono un proprio modello di
realtà. Ma se da un lato i nostri sensi ci consentono di godere delle
meraviglie dell’universo, dall’altro costituiscono una forte limitazione
in quanto sono in grado di percepire soltanto una piccolissima parte di
queste radiazioni. I nostri occhi percepiscono nell’intervallo compreso
tra 428 e 700 milioni di milioni di Hz, che corrispondono allo 0.05 %
dell’intero spettro elettromagnetico, e le nostre orecchie percepiscono
suoni compresi tra 16 e 16000 Hz.
La nostra visione della realtà dipende
quindi da quello che i nostri sensi riescono a percepire (cono di
percezione) e da quello che ognuno di noi è in grado di comprendere
(reti neurali).
I nostri sensi ci consentono di vedere
solo una minima parte della realtà e di noi stessi. Sono più le cose che
non percepiamo/vediamo di quelle che vediamo, sono più le cose che non
sappiamo di quelle che sappiamo. Il nostro corpo, come ogni altra cosa
in natura, oltre ad essere composto da una parte materiale ha in se
componenti sottili, non visibili con la vista ordinaria.
Gustavo Adolfo Rol (1903 – 1994)
|
Il Dott. Rol, sensitivo torinese, affermava:
“Ciò che si riesce a percepire della nostra vita non è che una minima parte della realtà”
Per Ramtha, un’entità canalizzata, siamo noi a creare il nostro mondo:
“Quando apro gli occhi e mi guardo
intorno, non è “il mondo” che vedo, ma il mondo che il mio
equipaggiamento umano sensoriale è in grado di vedere, il mondo che il
mio sistema di credenze mi permette di vedere, è il mondo che alle mie
emozioni interessa vedere o non vedere”.
Il paradigma della realtà
Il nostro modello di realtà è un modello
dinamico, così la realtà come era concepita duemila anni fa è diversa da
quella di mille o cinquecento anni fa. Infatti, le scoperte
scientifiche (microscopio, telescopio, ecc) e le nuove teorie fanno si
che ad intervalli di tempo più o meno lunghi, ampliando il cono di
percezione e diventando sempre più consapevoli, il nostro modello della
realtà cambi.
Ogni cambiamento del modello della
realtà, così come ogni concezione veramente innovativa, prima di essere
universalmente accettato deve, secondo Arthur Schopenhauer, attraversare alcune fasi che, quasi sempre, non sono affatto piacevoli per l’ideatore:
Quando una cosa è nuova, si dice che non è vera
Quando la sua verità è evidente si dice allora che non è importante
Quando la sua importanza viene dimostrata si dice che non si era scoperto nulla di nuovo
Gran parte degli argomenti trattati in
questo libro stanno contribuendo alla definizione di un nuovo modello di
realtà e a cambiare il nostro modo di vedere la realtà e noi stessi.
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