giovedì 25 dicembre 2008

La Musica Rapita (1)

Proprietà letteraria riservata © 2006 by Enza Colotti






La Musica Rapita

di Terry Coen



Era una calda giornata di sole nel Paese di Cork. Sirio si era fermata per una breve vacanza in quel silenzioso villaggio vicino al mare. E aveva deciso di rivedere le sue sorelle, prima di tornare a girare il mondo.
Desiderava raccontare loro tutte le storie fantastiche che aveva vissuto. E voleva parlare loro dell’incontro con Dafne, del Mago Azùr, di Lotuslandia, ma soprattutto, sentiva il bisogno di dichiarare tutto il suo grande affetto alle sue amiche-sorelle di sempre.
Infatti, anche se aveva voluto lasciare il Regno di Re Nettuno per andare alla ricerca di sua madre, nel suo cuore c’era un posto grande per la famiglia con cui aveva vissuto in fondo alle acque dell’Oceano Atlantico.
Ora più che mai cominciava a sentirne la nostalgia.
Comunque, tornando a parlare di Cork, tutti gli abitanti di quel Paese, dal più grande al più piccolo, erano abili pescatori ed ingegnosi artigiani, oltre che allegri musicisti.
Anzi, tutta l’Irlanda sapeva che soltanto a Cork, avrebbe potuto ascoltare la musica più bella. Dunque Sirio aveva scelto proprio quel Paese per tanti buoni motivi.
Ma il motivo principale era appunto che avrebbe potuto farsi dare una barca da quei pescatori, che le sarebbe stata utile per raggiungere Faer, il Grande Scoglio, nel giorno di Luna Piena.
Se le sue sorelle non avevano cambiato le abitudini, avrebbero dovuto trovarsi a cantare lì fra due notti.
Avrebbe legato la barca allo scoglio, dove anche lei aveva cantato più volte tutta la notte, e sarebbe rimasta con loro fino all’alba.
Fino a quando non ci fosse stato più tempo per rimanere in superficie. Sirio sapeva bene che, quando la luce del giorno avesse illuminato le acque dell’oceano Atlantico, le sirene avrebbero dovuto ritirarsi nella profondità marina.


Mentre fantasticava con gioia su quell’incontro, Sirio passeggiava sulla riva della spiaggia, e le onde bagnavano i suoi piedi con ritmo cadenzato.
"Una volta c’era una pinna al vostro posto! Mi sembra che sia trascorso già molto tempo da allora. Eh sì, il mare non mi appartiene più come una volta! Sorelline care, vedrete che c’incontreremo ugualmente e trascorreremo la notte più bella della nostra vita!". Pensò fra sé con gioia e nostalgia. E fu come promettere tutto questo anche a se stessa, mentre con lo sguardo percorreva l’orizzonte, come a cercare di scorgere Faer, il Grande Scoglio. Poi però, si decise a precorrere pian piano, la via che portava al villaggio dei pescatori.
Durante il cammino dovette fermarsi all’ombra di un rigoglioso albero, per ripararsi dal caldo sempre più afoso. Sembrava che non piovesse da tempo sull’Isola. Quella poi, era decisamente l’ora più calda, e non valeva la pena continuare a camminare. Certo, Sirio cominciava anche ad avere appetito, e così approfittò di quei rossi frutti succulenti che vedeva pendere dall’albero che le offriva la sua ombra.

"Sarà l’appetito, ma queste mele sembrano così buone", disse fra sé mentre ne addentava una molto succosa. "Mmmm, buonissima! Ora non ho neanche più sete!"
Essendosi rifocillata ora era più rilassata, così la sua attenzione si spostò dal suo stomaco a ciò che le stava attorno. E finalmente si accorse che qualcosa non quadrava in quel paesaggio, bello sì, ma troppo silenzioso.

"Non si sente il cinguettio di un passero, né il frinire di cicale, o il ronzio di un calabrone. Ma che strano! Anche se il tempo è molto caldo, dovrebbero esserci comunque gli animali. I pescatori saranno nelle loro case, ma gli animali...? Eh sì, è proprio strano!"

Da quando aveva lasciato il fragore delle onde dell’Oceano Atlantico, non aveva sentito più alcun suono naturale, ora che ci pensava bene.
Sarà stato l’appetito a distrarla dal paesaggio, o sarà stata la sete, o la stanchezza, ma prima non ci aveva proprio fatto caso.

"Se non avessi visto io stessa la fine del Mago Azùr, penserei di certo che tutto ciò possa essere opera sua. Devo raggiungere il villaggio al più presto. Tutto ciò è davvero inconsueto".

E mentre pensava a questo e anche alle domande che avrebbe posto ai pescatori, s’incamminò lesta verso il centro abitato.

Faceva ancora molto caldo, ma Sirio non sembrava più preoccuparsene tanto. Appena vide le prime barche sulla rena capì di essere arrivata, ed affrettò il passo come se le mancasse la terra sotto i piedi.
Ben presto si rese conto che c’era una festa al villaggio: una lunga tavola imbandita di ogni ben di Dio, stava per essere usata dagli invitati, che se pure erano gli abitanti di tutto il villaggio, non arrivavano ad una trentina di persone.
"C’è una festa di matrimonio e non c’è musica! Ma che strano! Eppure mi avevano detto che qui avrei trovato la musica più bella d'Irlanda!", si meravigliò Sirio.
"Eh sì, ci deve essere qualcosa che non va in questo Paese. Sono perplessa, non c’è che dire! A prima vista sembra un posto molto ospitale..."



— Guardate! Arriva una straniera! — Gridò una bambina appena la vide.

— Ma Bene! Aggiungi subito un posto a tavola, dunque! — Le disse una sua zia. Poi rivolgendosi a Sirio, le diede il benvenuto a nome di tutti.

— Hai l’aria di essere stanca ed affamata, e noi stiamo per metterci a tavola. Accetta il nostro invito, saremo lieti di ospitarti.

— Se vuoi toglierti la polvere di dosso, la mia casa è a tua disposizione per rinfrescarti con acqua e sapone. E se con te non hai ricambi ti troverò io stessa un’abito pulito e della tua misura Sembri molto accaldata! — Le disse quella zia dall’aria gentile.



— Rosa, accompagna la nostra ospite nella stanza da bagno. Glicine, Margherita, portate un telo ed una veste pulita a... Non ci hai ancora detto come ti chiami. — Le disse la vecchia zia aspettando di sapere il suo nome.

Sirio, mi chiamo Sirio. — Rispose lei pronta.


mercoledì 24 dicembre 2008

Una Scelta Coraggiosa - 1a fiaba

Mia cara sorellina, "ogni promessa è debito" si usa dire...
Sono passati 20 anni da quando hai scritto questa fiaba, ma soltanto oggi sono riuscita a mantenere quella mia promessa tacita di realizzare il tuo desiderio di pubblicarla.
E' solo uno dei tuoi tanti racconti fantastici, ma ben presto vedrai che pubblicherò anche gli altri attraverso questo mezzo.
Dunque eccoti qua dear sister... ora sì che puoi cominciare a raccontare anche ad altre persone nel mondo (e non più soltanto a noi fratellini) la tua prima fiaba.
Con i mezzi classici non ce l'avrei mai fatta, e quindi ewwiwa la tecnologia!
Ti voglio un UNIVERSO di bene :-)

PS: non ho inserito i tuoi meravigliosi disegni soltanto perché non ho ancora capito come si fa, ma tempo al tempo e vedrai che riuscirò a fare anche questo.
PPS: ... e detto fatto, con tanta pazienza e senza l'aiuto di nessuno (perché è difficile avere informazioni: chi sa come si fa non te lo dice! chissò perché), finalmente sono riuscita ad inserire anche qualche disegno :-)
Sirio

Le Fiabe di Rima & Terry


Fra Mare Terra e Cielo


Il Sentiero di Sirio





Proprietà letteraria riservata
© 1987 by Enza & Maria Colotti
Il disegno in copertina è stato ideato da Maria Colotti alias Rima

1a edizione: finito di scrivere nel Marzo del 1987

2a edizione: corretta e ampliata nel 2006
disponibile su CD ( completo di disegni)





 

Una scelta coraggiosa

Nelle calde sere d'estate, quando la Luna si affaccia e scivola silenziosa fra le acque dell'Oceano Atlantico ....
Questa fiaba (la prima di quattro che compongono il libro "Il sentiero di Sirio") potrete leggerla interamente sul blog dell'autrice http://mariacolotti-rima.blogspot.com/search/label/fiaba

martedì 30 settembre 2008

Alla ricerca del risveglio della Dea (2)

Il volto di Phatma assunse un’espressione seria. La sua anima e la mente e il cuore, avevano ferite ancora da rimarginare. Ferite ancora doloranti al solo ricordo del suo precedente fidanzato.
Era stata una storia d’amore e odio, vissuta per circa due anni. Una vera e propria altalena di sentimenti. E quanti diversi Phatma ne aveva provati!
C’era stato l’Amore innanzitutto, poiché senza quella grande forza motrice nulla si muove. Ma poi c’era stata la paura e la rabbia quando diventava lui padrone della sua vita, con atti di prepotente violenza fisica e psicologica.
La libertà di scelta spesso le veniva negata, e perciò si sentiva ferita da quella lama a doppio taglio che somigliava soltanto vagamente al compromesso di coppia.
Ben presto l’amore che aveva provato per lui si era inevitabilmente trasformato in altro, e a quel punto non poteva più essere definito tale poiché era diventato soltanto una buia prigione.
E l’ipocrisia aveva cominciato ad esserle compagna in ogni minuto della sua vita, fin da quando decise di nascondere alle sue amiche l’infelice rapporto che stava vivendo. Certamente non era quello che avrebbe voluto avere da raccontare proprio a loro, visto che ne parlavano così tanto di quei sani rapporti di coppia che bisognava instaurare ex novo per darci un taglio col vecchio sistema!
Per la verità questo discorso lo aveva introdotto Teresa nel gruppo di amiche, e lo riproponeva volentieri ogni volta che la situazione lo richiedeva. Era il suo chiodo fisso del momento. Un momento che durava da qualche anno!
Forse Phatma mentiva più per non umiliare il suo orgoglio che per nascondere quel pasticcio di storia, ma certamente aveva sbagliato a dar retta a quel suo pericoloso difetto (l’orgoglio), perché dell’aiuto delle sue amiche sì che ne avrebbe avuto bisogno per uscire da quel cul de sac. Ma lei non aveva mai pensato che si sarebbe potuta bruciata le ali con quella persona meschina.
Walter era ben riuscito a nascondere la sua prepotente arroganza dietro la facciata da vittima (della serie: “nessuno mi vuole bene”). Ma pure quando arrivò il momento in cui si rese conto che questo era accaduto, lei non aveva saputo accettare la scommessa persa con se stessa e aveva traccheggiato per molto tempo prima di riuscire a chiudere quella relazione malata d’egoismo e stolking.
Aveva rischiato grosso durante quel tira e molla durato qualche mese di troppo.

— Phatma, lui era una persona molto diversa da te. Un tenebroso che non sapeva sorridere alla vita e che non voleva che altri lo facessero. Davvero non credevo sarebbe durata così tanto. Però se è andata così vuol dire che... così doveva andare! Nel senso che, probabilmente doveva essere questo il tempo necessario che ci voleva per farti comprendere meglio il concetto di Amore. Spero che ora ti sia divenuto chiaro che è di una semplicità unica: Amore è uguale ad Armonia. — Precisò Teresa.
— Màh! Qui pare che all’inizio della conoscenza ci siano solo rose senza spine, però ... — Sfumò Phatma.
— Però... mi auguro che la Lezione ti sia servita, bastata ed avanzata! E da ora in poi non dimenticare MAI di essere una persona libera, di essere in grado e in diritto di fare le tue scelte. — L’ammonì bonariamente Teresa.
— Soltanto questa consapevolezza ti permetterà di non perdere strada facendo la tua vera essenza, la tua armonia, la tua integrità, e non per ultimo la tua libertà. Il tuo essere non può e non deve essere soffocato, né dagli altri né da te stessa. Avresti dovuto troncare alle prime avvisaglie di violenza sì, ma non hai avuto la forza di farlo perché la tua indole di crocerossina ha prevalso (ma d’altra parte è innata in noi donne!). Diciamo che ti sei lasciata impietosire da quel piagnucoloso attore da strapazzo che sa fare il duro solo con i deboli, e ti sei trovata ad affrontare una situazione più grande di te. Adesso però è finita. È tempo di ricominciare a vivere, ovviamente non dimenticando l’accaduto. E non per soffrire ancora, ma solo per non ripetere l’errore. A questo servono le esperienze, giusto?

Teresa fece una breve pausa. Stava elaborando le parole più adatte a spiegare la sua teoria a Phatma, riguardo le scelte inconsapevoli nella cernita del proprio partner. E voleva farle comprendere anche l’altro lato di quell’esperienza distruttiva.
Uno dei suoi adagi preferito era ogni medaglia ha il suo rovescio, perché cercava sempre di carpire l’insegnamento positivo da una situazione negativa. Questo l’aiutava ad alleviare la sofferenza e la faceva sentire e crescere meglio, e sperava in cuor suo che potesse essere lo stesso per la sua amica.

lunedì 1 settembre 2008

Alla ricerca del risveglio della Dea (1)





Vorrei soltanto ricordarvi
di preservare l’Amore sincero
(lo stesso che desiderate per voi)
alla Terra e a tutti i suoi ospiti.

Niente è così adatto e tanto efficace
alla conoscenza armoniosa dell’interezza,
per una vita più consapevole
sia nella buona che nella cattiva sorte.






L’Amore è una cosa meravigliosa

Amo la primavera ché risveglia in me l’Amore.
Il dolce profumo dei fiori schiusi
inebria la mia vera essenza.
Nell’odore salmastro che dal mare giunge
e nei tramonti dalle violacee sfumature,
nel cielo azzurro dell’immenso
e nello splendore delle sere stellate,
con la faccia rivolta alla luna
dimentica delle gelide notti invernali,
mi lascio cullare dalla nuova primavera
per scoprire ancora una volta l’Amore.

— C’è nessuno in casa?!? — La voce di Phatma fece trasalire Teresa.
Totalmente concentrata nel suo intento di comporre un’ode alla primavera, l’aspirante poetessa non si era accorta del rombo dell’auto che si era fermata davanti la sua casa.
Senza suonare la campanella la ragazza aveva aperto il cancello che dava sul giardino, e una volta entrata aveva sbirciato dalla finestra aperta della stanza da cui proveniva il caratteristico rumore emesso dall’uso della macchina da scrivere.
— Ciao! Non ti ho proprio sentita arrivare! Vieni, vieni. Su entra. — La invitò Teresa andandole incontro con un sorriso di benvenuto.
Phatma le sorrise a sua volta.
— È un bel pezzo che non ci vediamo, eh? Ho così tante cose da raccontarti che non riesco a decidere da quale cominciare. — Annunciò senz’altri convenevoli che due baci sulle guance.
— Perché non cominci con la buona notizia? Quella che ti ha regalato il sorriso smagliante che stai mostrando al mondo, intendo!
“Un sorriso proprio da primavera” pensò con piacere, notando anche la luce che traspariva nei suoi occhi. “Troppo spesso la sua bocca mi ha sorriso, ma non era felicità che leggevo sul suo viso!”
— Caspiterina! È proprio così palese?
— Sono state quelle stelline a suggerirmi una... storia d’amore. Perché d’Amore si tratta, vero? Saranno almeno un paio di anni che non vedevo più brillare quella luce nel tuo sguardo. Dài su, racconta! Com’è? Come si chiama? Da quanto lo conosci?
— Va bene, va bene, d’aaaccordoooo! — Si affrettò a rispondere Phatma cercando di fermare con un gesto della mano, quella valanga di domande alle quali la sua amica curiosa desiderava risposte.
— Dunque, si chiama Art, cioè Arturo ma preferisce farsi chiamare Art. È carino, dolce, romantico, uomo e bambino allo stesso tempo. È di media statura, ma... gggrrrrrrande!!! Con un cuore così! — Specificò Phatma con enfasi crescente, allargando le braccia come per mostrarle qualcosa di gigantesco.
La sua ospite le sorrise con tenerezza invitandola a continuare.
— ... e i suoi occhi sono color...  color... color ghiaccio di mare!!! — Disse infine con aria trasognata.
Appena udì quelle parole Teresa non riuscì più a trattenersi, e cominciò a ridere sonoramente.
— “Color ghiaccio di mare”... ah ah ah... “ghiaccio di mare”... — ripeté mentre si batteva la mano sulla coscia.
Aveva trovato così tanto divertente quella descrizione particolareggiata e languida, che non potè fare a meno di manifestare la sua allegria. Ma era contenta anche di vederla tornata alla normalità, di sentirla parlare come dovrebbe fare una qualsiasi ragazza di ventisei anni.
— Sì, sì, lo so. Lo ammetto: mi piace un po’... anzi, tanto... però ho già deciso di frequentarlo con gli amici. Almeno per ora. Sai, non vorrei imbarcarmi in qualcosa che ... — accennò con preoccupazione.
— Ehi, ehilà! Cos’è questo? “Il ritorno della tristezza parte seconda”? Dài, lo dicono tutti che l’Amore è una cosa meravigliosa! Su, su... di cosa hai paura? In fondo il mondo è bello proprio perché è vario, e perciò variano anche le persone che incontri, le situazioni che vivi, i sentimenti che provi. E non per ultimo, anche tu cambi crescendo, no?! Avrai pure imparato qualcosina dalla scorsa esperienza...
— Già, ma sapessi quanto è vero che fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare! Non so come spiegarti, ma mi sento come bloccata nei confronti dell’Amore. Mi sento delusa, arrabbiata, confusa... Ho tanta voglia di liberarmi da questo caos che mi tiene compagnia anche mentre dormo. Pure se la mia brutta esperienza con Walter è finita, i ricordi non mi mollano mai. No, no, no. Non posso legarmi con nessuno per il momento. Ho giusto un pizzico di fifa, devo proprio ammetterlo!