giovedì 24 febbraio 2011

Sanità e Santità (21)

Andiamo avanti (ma anche a ritroso) partendo dal 2016:
Ho una urgenza da affrontare (che non trova soluzione al pronto soccorso) e mi accingo a prenotare un esame specifico.

5 gennaio 2016: Per prenotare la PET-TAC ho inoltrato la richiesta all'IFO il 5 gennaio 2016 sia personalmente sia via fax tramite il Prof. S. oncologo di Latina. Ma è solo il 10 febbraio 2016 che L'IFO mi telefona per fissare l'appuntamento. Wow che velocità... scandalosa! un mese dopo la mia richiesta!!! Meno male che nel frattempo avevo inoltrato richiesta anche al Policlinico di Tor Vergata che mi ha dato subito appuntamento.

22 gennaio 2016: effettuo la PET-TAC al PTV e il 28 gennaio 2016 ho appuntamento con il Prof. S. di Latina che mi chiede cosa voglio fare: se parlare col chirurgo o se fare l'agoaspirato. Me lo chiede perché ho già discusso con lui affinché mi proponesse qualcosa di alternativo al solito protocollo. Ma non c'è nulla di nuovo sotto questi cieli. Non mi sconfinfera l'agobiopsia e insieme si decide per l'appuntamento col chirurgo (lo stesso che mi operò nel 2005, il dottor C.). Voglio precisare che questa scelta è stata dovuta al fatto che in realtà stavo prendendo tempo (per le mie ricerche mirate a qualcosa di alternativo), ma di certo non lo sono andata a dire né al mio compagno né al Prof. S. (meglio evitare altre pressioni psicologiche).

30 gennaio 2016: L'appuntamento con il dott. C. (fissato alle h 20.00 allo Spallanzani). Neanche dieci minuti di chiacchierata e mi rimanda in oncologia, ma al San Camillo (l'incontro è andato come speravo: lui non può intervenire... Sospiro di sollievo!).

3 febbraio h 12.30: appuntamento con la dott.ssa L. al padiglione Flajani del S.Camillo. Le do la relazione redatta dalla dott.ssa C. che mi seguiva prima di essere trasferita in pneumologia, e lei cosa fa? comincia a scriverci sopra!! (aahh 'nnamo bene! cominciamo proprio bene...) poi decide che la trattiene, perché ormai ci ha scarabocchiato i suoi appunti.
Quindi, l'unica copia della relazione scritta dalla dott.ssa C. è rimasta alla dott.ssa L., invece a me è rimasta la brutta copia (ma questo la dott.ssa L. non lo sa: l'istinto mi ha detto di non dirglielo... più avanti capirete meglio la scelta di seguire l'istinto).
Qui sotto aggiungo l'unica frase che manca nella brutta copia:
"è stata valutata l'ipotesi di una consulenza chirurgica per un eventuale intervento".
Ecco, ho pensato, sarà stato per questo che l'ha trattenuta e volutamente ci ha scritto su. Eh ma su questo punto ci torno e pure alla grande! Ne leggerete delle belle più in là. Ovviamente non metto i nomi dei medici perché è il modo di agire che va condannato: può cambiare il medico in una struttura ospedaliera, ma se il modo di fare resta lo stesso è bene saperlo riconoscere, quindi è su questo che mi concentrerò nel racconto. La mia non vuole essere una "denuncia pubblica" (non serve, se non a impelagarsi) ma vuole essere un invito ad aprire gli occhi e invogliarvi ad interessarvi di voi stessi nel modo più attivo possibile.
E ora vediamo gli appunti circa il da farsi che la dott.ssa L. ha scritto su quel documento (inconcepibile scrivere su una relazione redatta da una collega!):
- consulenza chirurgica non eseguita,
- stereotassica non fattibile,
- consulenza con dirigente dh oncologico per eventuale agoaspirato, o biopsia, o chirurgia.
Tutte cose che nella nuova relazione da lei redatta, non ha scritto. E così, se quella della dottoressa C. era "scarna" (parole della dott.ssa L.) la sua invece, oltre a non corrispondere a quella della dott.ssa C. risulta pure essere sbagliata: ha scritto polmone destro!! (colpa della fretta e del panico di coprire le magagne, penso io). E infatti ha omesso anche di scrivere "è stata valutata l'ipotesi di una consulenza chirurgica per un eventuale intervento" (e lo ha omesso perché la consulenza non c'è stata).

N.B.: dalla registrazione effettuata durante questo incontro e che poi sbobinerò e inserirò più avanti in questa nuova parte del libro, si evince inoltre che la dott. C. non è oncologa ma pneumologa. E non solo lei in quel reparto di oncologia! Io l'ho saputo dopo ben 10 anni!! Avrei pure potuto evitare di sbobinare, perché in fondo la registrazione di quel colloquio l'avevo fatta giusto per quel capoccione del mio compagno che mi contraddice sempre. E inoltre mi dice pure che capisco una cosa per un'altra... mmmmhhhh ... "e allora 'sto giro ti registro così vediamo chi capisce cosa"! Ma visto e considerato lo svolgimento dei fatti in seguito, ora mi sento in dovere di farlo. Dovete saperlo anche voi che le cose possono sfuggire di mano a chiunque, e che soltanto le nostre decisioni LUCIDE alla fin fine poi contano. E che non è facile restare lucidi, specialmente quando si viene prima travolti dalla seriosità e gravosità dei toni che vengono usati per comunicarci un TU-MUORI, e poi anche quando chi ci accompagna alle visite mediche ci confonde con i propri punti di vista (o di udito). Eh no eh?! nun se po'!!

Ok, per il momento trascrivo per intero la relazione che mi aveva redatto la dott.ssa C. (trattenuta dalla dott.ssa L.):
"Dopo la chemioterapia la pz era in risposta parziale per cui veniva sottoposta a lobectomia, con diagnosi pT3N2M0 per cui ha eseguito radioterapia polmonare. Fino all'ultima TAC assenza di recidiva di malattie. L'ultima TAC PET ha evidenziato carcinoma polmonare recidivato di 17 mm, per cui la pz si sottopone a giudizio collegiale per eventuale radioterapia stereotassica ed è stata valutata l'ipotesi di una consulenza chirurgica per un eventuale intervento". (merc. 17 settembre 2014)

Come già ho spiegato nel paragrafo “27 maggio 2005”, secondo il sistema TNM che usa 3 parametri per stimare la prognosi e definire la terapia più adatta, la stadiazione dell'adenocarcinoma era stata considerata come un ptIIIa N2 M0 il che significa:
fattore T = tumore primario (3° stadio avanzato)
fattore N = coinvolgimento linfonodale (2 linfonodi)
fattore M = metastasi a distanza (ne avevo al mediastino)
Il sistema TNM è adottato universalmente anche per il CPNPC e cioè il carcinoma polmonare non a piccole cellule, che sarebbe a dire: il macrocitoma. E qui bisogna che vado a ritroso: in verità questa recidiva risale al 2010, ma... andiamo con ordine:

Tac di controllo fatte al San Camillo, quindi visibili a tutti i medici di questo ospedale compreso il chirurgo C., in quanto archiviate nel sistema intranet.

21 luglio 2010 (con mdc): già si segnalavano micronoduli: uno più in evidenza di altri sito "nel territorio dorsale del lobo residuo. Atri millimetrici in parailare omolaterale". Allarmata, telefono alla dott.ssa C. che invece mi dice di non preoccuparmi (sono millimetrici) e che ripeteremo l'esame tra due mesi.
14 settembre 2010 (ad alta risoluzione): "al controllo odierno sembra apprezzarsi quota di tessuto ipodenso in sede ilare sin ed in paravertebrale omolaterale, necessaria integrazione con Angio TC torace. Piccole immagini sfumate sull'emiambito polmonare di sn."
Chiedo lumi alla dott.ssa C. su cosa sia questa angio tc torace ma mi dice di non preoccuparmi, che non ce n’è bisogno. Mi consiglia di controllare meglio con altro esame più preciso tra due mesi.

30 novembre 2010 (PET-TAC) effettuata al PTV: "Invariata per morfologie e dimensione la formazione nodulare localizzata in corrispondenza del segmento dorsale del lobo inferiore a sn. rispetto ad un precedente esame TC eseguito in data 21-7-2010 non dotata di significativa iperfissazione del radiofarmaco."

ooohhh!! mo' che ce lo ha detto la PET stiamo tutti più tranquilli: saranno cicatrici dell'operazione, ma continuiamo a tenerle sotto controllo e a inondarci di radiazioni...

Nessun commento: